22 marzo 2009

Inaugurato lo spazio culturale di San Bevignate



Perugia - Chiesa di San Bevignate

Venerdì 20 marzo - ore 11.00
Inaugurazione del nuovo spazio culturale di San Bevignate

Intervengono:
Renato Locchi | Sindaco di Perugia
Silvano Rometti | Assessore alla Cultura della Regione Umbria
Maria Rosaria Salvatore | Soprintendente ai Beni Archeologici dell'Umbria
Pietro Scarpellini | Docente universitario
Mario Bellucci | Editore

ore 21.00
Concerto “Venite amanti alla festa leggiadra”
Ballate, madrigali e danze del XIV secolo eseguite dall'Ensemble Micrologus.

Sabato 21 marzo - ore 10.00
“Il recupero di San Bevignate e le prospettive future”

Presiede:
Nilo Arcudi | Vicesindaco di Perugia

Intervengono:
Andrea Cernicchi | Assessore alla Cultura del Comune di Perugia
Fabio Bussani | Dirigente Progetti Strategici Beni Culturali del Comune di Perugia
Vittoria Garibaldi | Soprintendente ai Beni Storici e Artistici dell'Umbria

A seguire:
“I Templari tra storia e leggenda”
lectio magistralis di Valerio Massimo Manfredi

ore 21.00
Concerto “Tra sacro e profano dal medioevo al barocco”
eseguito da Armonioso Incanto e da I Madrigalisti di Perugia

Domenica 22 marzo, ore 10.00 - 13.00 / 15.30 - 18.00
Visite guidate al complesso monumentale


Note sulla Chiesa di San Bevignate

La chiesa di San Bevignate, posta lungo la via etrusca che da Perugia conduceva ad Arna e Gubbio, fu iniziata intorno al 1256 per opera dei monaci-cavalieri Templari. Venne dedicata a un eremita locale del V secolo, emblematica figura attorno alla quale, alla metà del Duecento, si concentrarono anche le attenzioni dei seguaci di Raniero Fasani, ispiratore del movimento religioso riformatore dei Disciplinati, ritenuti i fondatori nonché i primi “occupanti” del sito.

Sul finire del XIII secolo, sempre ad opera dei Templari, alla chiesa fu annesso un convento che testimonia il rilievo via via assunto dal sito. Nel 1312, soppresso l'Ordine dei Templari, San Bevignate passò ai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, sotto il cui controllo, nel 1324, venne istituito un monastero femminile, che vi restò insediato fino al secondo decennio del Cinquecento.

L'austero e vasto edificio in pietra arenaria presenta una pianta rettangolare, con l'abside rialzata sulla cripta. L'interno, a navata unica, è rivestito da intonaci originali, decorati da affreschi eseguiti in diverse epoche, in cui compaiono numerosi motivi simbolici collegabili all'Ordine templare. La rilevanza storico-artistica che questo complesso riveste, ha fatto del monumento il cardine di “Milites Templi”, un progetto internazionale di studio volto alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio templare in Europa.

Il restauro dell'edificio è stato avviato grazie ai fondi regionali per la ricostruzione post sisma del 1997, poi integrati da fondi del Ministero dell'Economia e Finanza, cui ha contribuito anche l'Amministrazione Comunale con risorse proprie. L'intervento di consolidamento delle strutture - che ha tra l'altro portato in luce un ampio tratto di pavimentazione in mosaico di età romana, oltre ai resti di un impianto produttivo per il tinteggio dei tessuti databile tra I secolo a.C. e I sec. d.C. - e il successivo recupero conservativo degli affreschi, sono stati indispensabile premessa alla realizzazione di una prestigiosa sede destinata ad accogliere iniziative ed eventi culturali.

Oltre alla principale funzione scientifica del “Centro di Documentazione sull'Ordine dei Templari”, con la realizzazione di una vera e propria banca dati in grado di mettere in rete siti architettonici, musei, archivi e istituti di ricerca, riferibili alla storia templare, l'ampio spazio della chiesa offrirà, infatti, anche la possibilità di ospitare attività legate alla convegnistica tradizionale, alle esposizioni temporanee, alla didattica, alla musica e a innumerevoli altre attività artistiche.

7 marzo 2009

Missale Vetus ad usum Templariorum



Il “Missale Vetus ad usum Templariorum”, proveniente dalla mansione della Mucciatella (“Isti sunt libri Mocadelis...”), è l’unico manoscritto liturgico di certo uso templare conosciuto in Europa.
Attualmente custodito nell’Archivio Capitolare di Modena, è stato per la prima volta analizzato e approfondito dalla studiosa Cristina Dondi (cfr. C. Dondi, Manoscritti liturgici dei templari e degli ospitalieri: le nuove prospettive aperte dal Sacramentario templare di Modena [Biblioteca Capitolare O.II.13], in "I Templari, la guerra e la santità", a cura di S. Cerrini, Rimini 2000, pp. 85-131).

Il manoscritto, costituito da 221 fogli in pergamena, comprende un calendario liturgico con note obituarie, aggiunte dai frati del Tempio, in cui sono riportati i nomi di tredici maestri generali dell'ordine, oltre a quello di Pietro da Monte Cucco, allora rettore della casa templare di Modena.



Ed è proprio in tale contesto che, per merito della Fondazione Pietro Manodori, va oggi ad inserirsi la realizzazione dello splendido volume “Il Messale dei Templari di Reggio Emilia”.




Attraverso un vasto progetto editoriale, è stata ricostruita la vita quotidiana dell’ordine in Occidente e a Reggio Emilia. Il quadro dipinto a più mani da vari esperti del settore delinea un affascinante affresco dell’ordine monastico-cavalleresco medievale. Un viaggio documentale sulle tracce di ciò che resta dei Templari in Italia e in Terra Santa, che getta nuova luce sulla presenza dei Cavalieri del Tempio in territorio reggiano. La Fondazione Manodori ha accompagnato l’edizione di questo volume con l’intento di contribuire alla diffusione della cultura e della storia locali e, nel contempo, approfondire temi ancora oggi aperti e non sempre di facile lettura.


Vincenzo Valentini porta avanti un’indagine sui Templari in Italia. Il saggio di Danilo Morini approfondisce invece i tratti dei Templari di Reggio Emilia, i loro rapporti con la città e il territorio e che significato avesse la Chiesa di Santo Stefano. Dolores Boretti analizza la cultura alimentare e le valenze simboliche e religiose che assume. Ed è Cristina Dondi, studiosa di testi liturgici e docente all’Università di Oxford, che si avventura nell’interpretazione del testo e del calendario che contiene.