18 marzo 2010

18 marzo 1314: il rogo della Senna

Il Tempio è morto, Viva il Tempio!”

Il Gran Maestro, quando vide il fuoco pronto, si spogliò senza esitazione. Egli si tolse gli indumenti, esclusa la camicia, lentamente e con aspetto tranquillo, senza affatto tremare, sebbene lo spingessero e lo scuotessero molto. Lo presero per assicurarlo al palo e gli legarono le mani con una corda ma egli disse: “Almeno lasciatemi unire un poco le mani per inviare la mia preghiera a Dio, perchè è giunto il momento. Adesso sto per morire; Dio sa che ciò è torto. Arriverà presto la sfortuna a quelli che ci hanno condannato senza giustizia. Dio vendicherà la nostra morte, muoio con questa convinzione; e voi signore, vi prego, giratemi la testa verso la Vergine Maria, madre di Gesù Cristo”. La sua richiesta fu accolta e la morte lo prese così dolcemente, in questo atteggiamento, che ognuno ne restò meravigliato”.

Questo scrisse Goffredo di Parigi, poeta e cronista, testimone di quel pomeriggio del 18 marzo 1314.

Per la maggior parte degli storici, Jacques de Molay era originario della Borgogna (Franca Contea), figlio di Giovanni di Longwy e di una dama del casato di Raon, nato a Molay (Haute-Saòne) vicino Bourguignon, cantone di Vitrey.
All'età di ventidue anni venne accolto nella casa del Tempio di Beaune e, nell'anno 1292, eletto Maestro Generale. Alcuni sostengono che tale elezione sia avvenuta nel 1293 ma da un documento pubblicato da A. J. Forey si evince che il cavaliere frà Baudouin de Ardan, maresciallo dell'Ordine, era presente a Nicosia (Cipro) il 20 aprile 1292, quando fu stilato un atto con il quale Jacques de Molay, “per la grace Deu humble mastre de la povre chevalerie dou Temple” (per grazia di Dio umile maestro della povera cavalleria del Tempio), concesse a frà Berengario de Cardona, maestro provinciale di Catalogna e Aragona, il permesso di alienare il castello di Puigreig e la casa del Tempio di La Zaida.

Se delle origini dell'ultimo Maestro si sa ben poco, non molto si è scritto della sua attività di fratello templare, forse perchè le ricerche storiche sono state in prevalenza mirate alla ricostruzione degli eventi culminati con la sua morte.
Il 23° Maestro Generale, morendo in quel modo, dimostrò di essere stato all'altezza del suo mandato (durato 22 anni) e del simbolo che incarnava. Spogliandosi degli abiti templari, indicò ai presenti ed ai posteri che l'Ordine non veniva né condannato né dato alle fiamme.
La serenità con cui affrontò la morte è stata quella di un martire, di un santo, di un... Templare. Quella serenità che suscitò lo stupore dei presenti e che, testimoniando una grande forza spirituale, alimentò la credenza nella conoscenza di tecniche capaci, al momento opportuno, di controllare con la mente il corpo.

Il rogo della Senna, insieme al Maestro Jacques de Molay e al Precettore di Normandia Geoffrey de Charnay, arse il sogno stesso dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone.
Sono passati 696 anni e quel rogo ancora brucia. Ma non sono le fiamme di vendetta di cui parlano alcuni storici, alimentando la leggenda della maledizione che de Molay avrebbe lanciato contro Filippo IV il Bello e Clemente V suo complice; sono fiamme che, così come lambirono i corpi dei due frati, infiammano ancora i cuori e le menti alla ricerca della verità sui Templari.

N.H. Cav. Luciano Fortunato Sciandra

6 marzo 2010

La L.A.R.T.I.


Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani
membro fondatore dello J.I.F.R.E.T.
(Jumelage Italo-Français de Recherche et d’Etude Templier)
Presidente onorario: prof.ssa Bianca Capone

Dopo il processo svoltosi in Francia agli inizi del Trecento e dopo la sua soppressione, è calato sul Tempio un velo di omertà, specialmente in Francia ed in Italia. Tutti i documenti relativi all’Ordine sono stati gelosamente custoditi per secoli in archivi riservati, quando non sono addirittura andati distrutti per negligenza (basti pensare agli speziali ed ai droghieri parigini che, nei primi anni del secolo scorso, acquistarono da funzionari papali una gran quantità di documenti, relativi a questo e ad altri processi, per usarli come carta da imballi).
Fortunatamente da qualche tempo le cose stanno cambiando e si sta risvegliando un profondo interesse per le vicende dell’Ordine, forse anche sull’onda di una più generale riscoperta del medioevo.
E' in questa ottica che si colloca la LIBERA ASSOCIAZIONE RICERCATORI TEMPLARI ITALIANI (LARTI) che, nata nel 1983, è forse una delle poche ad occuparsi della storia del Tempio in modo serio e documentato. Lo scopo principale che unisce tutti gli aderenti alla LARTI è l’approfondimento della conoscenza della storia dell’Ordine del Tempio e dei suoi insediamenti in Italia. Visto l’alone di mistero che lo circonda, le accuse di eresia e di magia che gli sono state mosse e le supposte devianze sessuali, l’Ordine è facile preda di attenzioni morbose da parte di molti.
La LARTI si distacca da ciò operando in modo storicamente documentato, come ampiamente dimostrato dai Convegni annuali organizzati in tutta Italia e dai quali sono emerse relazioni di tutto rispetto (le rivelazioni sulla vita dell’ultimo precettore d’Italia, Jacopo da Montecucco, le ipotesi sulla traslazione della Santa Casa di Loreto, e l’identificazione della chiesa templare di San Giulio di Civitavecchia, tanto per citarne qualcuna). Le relazioni, corredate da ampie bibliografie, vengono riunite nei volumi degli Atti.
I Convegni, principale attività della LARTI, sono tenuti in città che hanno ospitato i Templari, o in località vicine.
Al primo, tenuto ad Aicurzio (1983), hanno fatto seguito quelli di: Maruggio (1984), Casale Monferrato (1985), L’Aquila (1986), Castel Rigone (1987), San Marino (1988), Ascoli Piceno (1989), Sermoneta (1990), San Quirino (1991), Poggibonsi (1992), Trento (1993), Argenta (1994), Moncucco Torinese (1995), Nola (1996), Castrocaro Terme (1997), Treviso (1998), Chiaravalle Milanese (1999), Altopascio (2000), Villafranca Lunigiana (2001), Barletta (2002), Savona (2003), Trieste (2004), Cervia (2005), Bellaria-Igea Marina (2006), Tuscania (2007), Moncucco Torinese (2008) e Cividate Camuno (2009).
Dal Convegno di Castel Rigone è stata introdotta una relazione collettiva sui falsi e le inesattezze nella ricerca templare, segnalazioni doverose ed utilissime che la LARTI si è ritenuta obbligata a fare a causa del numeroso proliferare di falsi, notizie e teorie senza fondamento alcuno.
Dal 1998 la LARTI ha stretto un gemellaggio con l’associazione francese Empreintes et Traditions des Maures et Provence di Cogolin (Provenza), creando lo JIFRET (Jumelage Italo-Français de Recherche et d’etude Templier), per un confronto di ricerche, conoscenze e competenze per un migliore approccio al mondo medievale.
Nel 2000 la LARTI ha indetto un Premio di Saggistica Templare riservato a laureati, in qualsiasi disciplina, che abbiano discusso una tesi riguardante l’Ordine del Tempio.
L’opinione pubblica ha bisogno di chiarezza su questo argomento e solo liberandola dagli inutili orpelli di credenze popolari si potrà portarla a comprendere l’importanza che l’Ordine della Milizia del Tempio di Gerusalemme ha rivestito in un periodo così affascinante come quello medievale.

www.larti.it