10 gennaio 2015

La vita di fra' Pietro da Bologna, difensore dei Templari


di Giampiero Bagni

Pietro nacque nel 1263 a Bologna, come Roda, famiglia di origine lombarda ma già da tempo presente a Bologna dal secolo precedente, in una buona posizione sociale.
Divenne templare nel 1282, nella magione bolognese, ammesso all’Ordine da Guglielmo de Novis, precettore di Lombardia, alla presenza di Pietro da Modena (da Monte Cucco?) e di Giacomo da Bologna, allora precettori delle due città emiliane.
Studiò diritto a Bologna, nel momento in cui nella città emiliana erano presenti anche Rinaldo da Concorezzo, futuro arcivescovo di Ravenna e legato papale a Parigi, Dante Alighieri e Bertrand De Got, il futuro papa Clemente V.
Nel 1286 risulta citato già come presbitero e cappellano bolognese, presente all’ammissione di un altro frate templare a Venezia.
Nel 1298 è inviato da papa Bonifacio VIII, già nella sua veste di procuratore generale dell’Ordine presso la Curia Romana, al monastero di San Miniato a Firenze, per redimere una controversia.
Nel 1303 sovrintende alla fusione della campana per la magione bolognese.
Viene poi interrogato a Parigi il 7 novembre del 1307 nell’ambito del processo ai Templari; nel 1309 è testimoniato a Bologna, tra i fratelli templari ivi residenti, nella gestione delle varie proprietà che passano dall'amministrazione inquisitoriale a quella dell’arcivescovo di Ravenna, Rinaldo da Concorezzo.
E’ quindi testimoniato a Parigi nella primavera del 1310, a capo del collegio di difesa dell’Ordine al processo davanti alla delegazione pontificia. Sparisce il 18 maggio del 1310 ed è testimoniato successivamente a Bologna e poi a Ravenna, nel locale processo all’Ordine sotto la supervisione del vescovo Rinaldo da Concorezzo, in cui risulta giudicato innocente.
Nel 1315 entra nell’Ordine di S. Giovanni, a Bologna, in cui rimarrà fino alla sua morte, mantenendo la sua funzione di sacerdote.
Muore nel 1329 e viene sepolto nella chiesa di Santa Maria del Tempio a Bologna, lungo Strada Maggiore. Nella lapide è rappresentato in abiti liturgici. La sua tomba è rispettata per secoli e notata al centro della chiesa di S. Maria del Tempio da vari storici locali tra il ‘600 e il ‘700, che ce ne lasciano testimonianza. Il Commendatore dei Cavalieri di Malta, Cesare Lambertini, all’atto di far rifondere la campana di S. Maria del Tempio, nel 1779, ricorda nell’iscrizione l’illustre primo fautore dell’oggetto, per sottolineare la continuità liturgica.
La lapide rimase in loco fino alla soppressione napoleonica dell’Ordine di Malta e alla sconsacrazione della chiesa stessa, dopodichè se ne perdono le tracce. Fino ad ora.