8 marzo 2015

L'architettura sacra dei Templari nella Francia centro-meridionale



di Nicola Pezzella

Molti studiosi dell’Ordine del Tempio ed illustri storici dell’arte si sono interrogati sul problema dell’esistenza o meno di una architettura dei Templari con proprie caratteristiche riconoscibili.
Alcuni, partendo dagli studi di Viollet-le-Duc, hanno associato troppo spesso la forma ottagonale o circolare di alcuni edifici con le costruzioni templari, rapporto viziato, come ha ben dimostrato Elie Lambert nel suo fondamentale saggio sull’argomento, da errate attribuzioni all’ordine di alcune chiese di altra origine aventi in comune solo la pianta centrale. Questa fu utilizzata prima, durante e dopo il periodo della storia templare, sebbene naturalmente gli esempi siano meno numerosi di quelli rappresentati, nell’architettura cristiana, dalla croce greca o latina.
Un dato incontrovertibile è però rappresentato dal moltiplicarsi degli edifici a pianta centrale nel periodo in cui si accrescono i contatti tra l’Occidente e il Medio Oriente: la riscoperta e la rifrequentazione dei santuari cristiani o perlomeno di quelli che si riconoscevano tali, alcuni dei quali a pianta centrale, sono all’origine di questa nuova "moda", che non coinvolge naturalmente solo i Templari, ma altri ordini che avevano a che fare con la Terrasanta, primi fra tutti i cosiddetti Giovanniti o Ospedalieri.
Non mi è possibile, purtroppo, in questa sede, fare un quadro completo del fenomeno delle chiese a pianta centrale dell’Ordine del Tempio, dato che si esulerebbe dal tema principale di questa ricerca: infatti nella zona presa in esame, la Francia centro-meridionale, la forma prescelta per le cappelle era quella semplicissima di unica navata ad una o più absidi, che del resto è quella caratteristica in tutta l’architettura templare.
A volte l’eterogeneità dello stile di alcune costruzioni templari può essere imputabile al fatto che queste non sono delle costruzioni templari "ab antiquo", come quando l’ordine si insediava, grazie a donazioni, in edifici già esistenti, adattandoli magari solo successivamente alle proprie esigenze.
La prima notizia ufficiale sulle motivazioni e sulla necessità delle costruzioni del Tempio le abbiamo nella bolla di Innocenzo II, la "Omne datum optimum", emanata nel 1139, la quale concedeva all’ordine di costruire oratori affinché i frati cavalieri potessero ascoltare l’ufficio ed esservi seppelliti segregati dalla "turba dei peccatori e frequentatori di donne": in realtà è possibile che la bolla servisse a per sanzionare una consuetudine già consolidata da diversi anni. Nel 1141 con la bolla "Militia Dei" del 1141, Innocenzo II ampliava le precedenti disposizioni, autorizzando il Tempio a possedere proprie chiese e propri cimiteri, dato che ormai non solo i frati dell’ordine ma anche i parrocchiani del circondario potevano assistere ai riti divini nelle chiese templari.
Sia chiaro che la ricerca presentata non vuole essere esustiva, dato che delle quasi novemila commanderies che l’Ordine del Tempio possedeva in Occidente, la Francia ne possiede ancora un numero notevole, ma riassume due viaggi di studio in regioni ricche di insediamenti come la Provenza, la Borgogna e parte delle regioni centrali quali lo Champagne fino ai confini con l’Ile de France, e quindi ben rappresentative. In secondo luogo, tema della ricerca è quello dell’architettura ecclesiastica e non ci soffermeremo ad indagare le pur interessanti vestigia di castelli, torri ed altri edifici a destinazione militare od ospedaliera a volte incontrate nell’itinerario in questione.
Un ultima avvertenza: ho esaminato chiese la cui documentazione attestava l’antica proprietà templare, dato che, purtroppo, molto spesso si è creata confusione con il gemello Ordine di San Giovanni dell’Ospedale, a volte identificando l’uno con l’altro e i loro stessi edifici.
Lungo la costa provenzale si può vedere ancora qualche esempio di chiesa dalle linee essenzialmente romaniche, con uno sviluppo verticale però abbastanza marcato; la torre Saint Blaise a Hyeres, del XII secolo, la quale sarebbe l’abside fortificata della commanderia templare e la cappella di Saint-Raphael, del XII secolo, poggiante su uno sperone roccioso, ricordano che gli assalti pirateschi in questi zone erano tutt’altro che infrequenti e quindi le costruzioni potevano assumere degli accorgimenti utili in chiave difensiva (ad esempio la torre che sovrasta una delle absidiole, l’apertura di feritoie, altrimenti poco spiegabili in ambito ecclesiastico).
In tutta la Provenza domina nettamente il tipo di chiesa romanica ad unica navata, non molto alta, terminante in un piccolo abside semicircolare. Ogni chiesa era correttamente orientata ad est ricevendo luce da una piccola monofora aperta nell’abside: in particolare, alla costruzione dell’edificio, si seguiva l’angolo di arrivo della luce, formato dall’est e l’asse del primo raggio di sole, nel giorno di San Giovanni d’estate (San Giovanni Battista).
Un’unica abside romanica semplice, priva di decorazioni, emerge dalla cinta muraria della cittadella templare di Richerenches, nella regione del Vaucluse, di cui rimangono oltre le mura di epoca giovannita, a fiianco della chiesa, imponenti vestigia della cinta di epoca templare; e caratteristica di questa zona è anche una cappella templare nei pressi di Villedieu (da non confondersi con l’importante precettoria di Villedieu-les-Maurepas), sempre ad aula unica e terminante nel consueto abside semicircolare. Fa eccezione, tra gli esempi da me considerati, la cappella di Moissac-Bellevue, stranamente a due navate terrminanti in due absidi di differente grandezza e caratteristica per la sua torre-campanile; di solito il campanile non veniva quasi mai costruito nell’ambito degli insediamenti templari mentre si preferiva il più modesto campaniletto a vela oppure una piccola torretta addossata ad uno dei fianchi della facciata, che ricordava il carattere anche militare dell’ordine.
La cappella di Le Rou (Var) si presenta oggi in condizioni di conservazione precarie, dato che si trova scoperchiata e invasa dalla vegetazione; presenta le caratteristiche già citate: divisa in due campate, con un coro in emiciclo, presenta la volta di quest’ultimo divisa a spicchi da costoloni, dove vi sono ancora leggibili tracce di affreschi (due vescovi, l’incoronazione della Vergine e la Trinità): vengono qui citati per il fatto che a tutt’oggi gli affreschi di epoca templare sono piuttosto rari.

La Couvertoirade

Nell’altopiano del Larzac, nella regione del Rouergue (Aveyron), si trovano tre interessanti esempi di cittadelle templari fortificate, in parte rimaneggiate da interventi giovanniti del XV secolo, ma con notevoli tratti originari; si tratta dei villaggi di Sainte Eulalie de Cernon, di La Couvertoirade e di La Cavalerie, costruiti dai Templari (insediatesi grazie a donazioni del re d’Aragona) per fronteggiare il pericoloso avanzamento degli "infedeli" nell’entroterra: il carattere marcatamente militare avvicina questi insediamenti a quelli delle province iberiche.
La piazzaforte di Sainte Eulalie de Cernon, capitale templare del Larzac, ha la chiesa del XII secolo. E' formata dalla solita aula unica, con l’abside semicircolare: nel 1641, il priore giovannita Jean de Bernuy de Villeneuve fece realizzare un portale proprio nell’abside, capovolgendo così l’orientamento dell’edificio. L’interno è superbo, formato da un’unica navata formata da quattro campate, scandite da archi doppi poggianti su sobri capitelli, con soggetti abbastanza comuni anche in altri edifici: conchiglie, foglie acquatiche, teste di bovini. Negli interventi di restauro sono emersi alcuni particolari interessanti: tra le pietre della muratura si riscontrò che vi erano inseriti piccoli vasi di terracotta, che probabilmente servivano per scaricare il peso dei blocchi di pietra in determinanti punti ove ce ne fosse bisogno: ma si è anche avanzata l’ipotesi che potessero avere la funzione di piccole "casse di risonanza", le quali miglioravano l’acustica e in un certo senso amplificavano le voci dei monaci durante il canto gregoriano. In mancanza di ulteriori riscontri e comparazioni non ci addentriamo oltre.

La Cavalerie

La chiesa di La Couvertoirade, costruita tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV, era situata nel castello: di forma rettangolare ad abside piatto, a due campate, con copertura in stile ogivale primitivo, è di piccole dimensioni (m. 3,20 x 5,00). All’incrocio dell’ogiva del coro la chiave di volta presenta un fiore a sette petali.
La chiesa di San Giacomo di Beaune (dove fu ricevuto Jacques de Molay) mostra ancora le semplici linee romaniche, nonostante la mancanza del portale, acquistato nel 1919 da ufficiali americani, appartenenti all’ordine esoterico dei Cavalieri di Colombo e che oggi dovrebbe trovarsi al museo di Boston.
Spostandoci però verso nord, le cappelle templari, da piccole e modeste, assumono l’aspetto di slanciate costruzioni all’esterno contraffortate ed all’interno sostenute da archi ogivali e volte a crociera: l’influsso "gotico" delle grandi cattedrali del centro-nord aveva fatto sentire il proprio influsso fin dal XII secolo.
In gran parte della Borgogna, nello Champagne e nell’Ile de France, regioni prese qui in esame, restano, per fortuna, splendidi esempi di precettorie rurali con annessa chiesa. Sono le cosidette commanderies, una specie di fattoria, spesso fortificata o racchiusa in un alto muro di cinta, dotata di tutti gli edifici necessari alla sussistenza della comunità religiosa e laica che vi lavorava: edifici conventuali, ospizio (nel senso medievale del termine), scuderie, fienili, stalle, forni, peschiere, e così via. Il loro ruolo era essenzialmente economico e giuridico, dato che attraverso il controllo e lo sfuttamento del territorio, e l’allevamento, venivano vendute grandi quantità di derrate alimentari indispensabili per finanziare la guerra in Terrasanta e nella penisola iberica. Tra i vari edifici non mancava naturalmente la chiesa, inizialmente un piccolo oratorio destinato ai frati ma poi destinato a diventare una piccola cattedrale che serviva all’assistenza religiosa della comunità di laici che viveva all’interno della precettoria e nei suoi paraggi.
Alla soppressione dell’Ordine del Tempio queste maison agricole passarono nella maggior parte dei casi all’Ordine di San Giovanni, altre a privati; in ogni caso le soppressioni napoleoniche decretarono la fine della loro plurisecolare attività. Alcune passate a privati, altre abbandonate e solo recentemente riutilizzate dalle moderne aziende agricole, devono la loro conservazione proprio a questa loro peculiare funzione attraverso i secoli. Gli edifici ecclesiatici sono quasi tutti sconsacrati ed adibiti agli usi più disparati (deposito di attrezzi agricoli, fienili, ecc.). Di solito la chiesa era costruita a sud ed occupava uno degli angoli di un quadrilatero formato da una cinta muria più meno alta.
Nel sud della Borgogna, nella regione della Saone-et-Loire, troviamo tra Macon e Tournous, la commanderie di Montebellet: la sua chiesa del XIII secolo, intitolata a Santa Caterina, è imponente con i suoi contrafforti nella doppia facciata e lungo i fianchi; l’unico elemento, se vogliamo, "decorativo" è rappresentato dal finestrone polilobato (ma forse posteriore) e dal portale.
La commanderie di Saint Marca a Nuit-sous-Raviere, nello Yonne, ha una cappella della fine del XII secolo, che presenta un bel portale con colonnine ed archi a tutto sesto strombati; all’interno si affacciano già le volte ad ogiva, con interessanti motivi simbolici all’incrocio delle stesse (molto interessante quella con i quattro anelli incrociati tra loro). I costoloni si appoggiano a mensole sostenute da telamoni e maschere simboliche. La chiesa era probabilmente decorata in modo semplice con motivi che disegnavano finti blocchi di pietra in colore rosso, che si ritrova abbastanza spesso nelle cappelle templari, e prendeva luce dalla caratteristica triplet, triplice finestra aperta nell’abside piatta.
La chiesa di Saulce d’Island, nello Yonne (vicino Vezelay), unico edificio superstite della commanderie, che possedeva la splendida Vergine templare ora nella chiesa dei Giovanniti di Pontaubert, è una delle più belle cappelle templari francesi, seppure ignorata a causa della sua posizione isolata e per il fatto che essa risulta inaccessibile al visitatore, dato che è stata trasformata in abitazione privata: a navata unica, è composta da tre imponenti campate. Le crociere scaricano il loro peso su colonnette poggianti su cul de lampe, quindi il peso delle volte grava tutto sui muri: ecco perchè, qui, come altrove, sono necessari i robusti contrafforti esterni. Ad ogni campata è aperto un finestrone ogivale, così come nella terminazione piatta e nella facciata. Sul timpano del portale si trova uno dei più interessanti esempi di iconografia templare: infatti ad adorare la Vergine col Bambino stanno inginocchiati due cavalieri del Tempio in vesti monacali, con la caratteristica barba e la cuffietta sulla testa. Come si diceva, non potendo visitare l’interno, non si è potuto vedere gli interessanti capitelli, tra i quali uno darebbe addirittura la prova dell’avvenuta scoperta dell’America da parte dei navigatori templari: il personaggio in esso raffigurato sarebbe da identificarsi con un amerindo.
Nei centri abitati le dimensioni delle chiese sono spesso inferiori; purtroppo varie vicende storiche hanno portato alla modifica della maggioranza degli insediamenti templari cittadini o allo loro completa cancellazione e gli esempi di precettoria cittadina intatta a differenza di quella di campagna sono assai più rari. Per vedere un esempio di chiesa di città, si può prendere in esame quella di Chatillon-sur-Seine (Cote d’Or), perfetto rettangolo contraffortato con un bel portale ornato di croce. Si trovava, come spesso avveniva per gli insediamenti degli ordini monastico-militari, appena fuori della città, nei pressi del fiume, a controllare così sia la via di terra che quella d’acqua.
La commanderie di Epailly, a sud-ovest di Montigny, nella Cote d’Or, presenta una notevole chiesa del XIII secolo, dall’ interessante portale con archi a forte strombatura e da una triplet che, come avviene nelle chiese cistercensi, si trova proprio nella stessa facciata.
La regione della Cote d’Or è ricchissima di testimonianze del Tempio, insediamenti quasi tutti un tempo dipendenti dall’importante precettoria di Bure; da segnalare, fra questi, la chiesa di Menesble che si presenta incompiuta con la sola navata destra e con interessanti capitelli romanici all’interno.
Bure-les-Templiers, in stato di rovina a causa di un cercatore di tesori della fine del secolo scorso che fece brillare con la dinamite la sala del Capitolo, mantiene intatta la chiesa, con alcune decorazioni in sottotetto e nei portali, mentre i finestroni sono probabilmente di epoca posteriore al Tempio.
Caratteristiche molto simili hanno le tre chiese delle commanderie di Chevru, Saint Martin-des-Champs e Trefols, che ben esemplificano il gotico di campagna della regione parigina.
A Chevru (Seine-et-Marne) la slanciata facciata della chiesa (dell’inizio del XIII secolo) è fiancheggiata da una torre-campanile; la solita triplet, aperta nell’abside piatto, rischiara l’edificio, con la finestra ogivale centrale più alta rispetto alle altre. Ognuna delle quattro campate, inoltre, presenta la sua finestra a nord e a sud.
A Saint Martin-des-Champs troviamo le stesse caratteristiche: la chiesa, del principio del XIII secolo, è dedicata alla Madonna, come la maggior parte delle cappelle templari. L’interno presenta i costoloni degli archi ogivali che si dipartono da culs-de-lampes decorati per lo più con motivi vegetali (foglie di quercia o di alloro), con figure antropomorfiche che a volte possono ricordare il presunto baffometto, e da teste di animali, tra le quali è riconoscibile quella di un cinghiale. Come al solito ha una terminazione piatta con la triplet, mentre in facciata vi è una lunga finestra ogivale.
La chiesa di Trefols (Marne), fin dall’inizio dedicata a San Giovanni Battista, ha l’abside a tre spigoli, che non si ritrova, come abbiamo visto, presso il Tempio, e che tradisce probabilmente la sua tardiva ricostruzione da attribuirsi all’inizio del XV secolo.
In tutte queste chiese si trovano, quando sono conservate, le tre porte tradizionali: quella per i laici, che è rappresentata dal portale centrale, quella riservata ai monaci chiamata anche "porta dei cavalieri", aperta in prossimità del coro e che spesso metteva in comunicazione l’area conventuale dell’insediamento con la cappella, e infine quella del cimitero, aperta di solito nella penultima campata dalla parte opposta della porta dei cavalieri, che veniva usata in occasione delle cerimonie funebri.

Coulommiers

La commanderie di Coulommiers è uno degli esempi meglio conservati dell’intera Francia, anche se mura e torre ottagonale furono ricostruite in epoca giovannita. Il "pezzo forte" della precettoria è rappresentato, naturalmente, dalla cappella, dedicata a Sant’Anna, ricostruita nel 1205 dopo che un incendio aveva distrutto la primitiva cappella del XII secolo: rettangolare, orientata ed illuminata da una triplet, è formata da quattro campate ornate da finestre ogivali. Le mensole da cui si dipartono i costoloni sono scolpite a motivi fitomorfi, ai quattro angoli della chiesa vi sono invece delle teste. Nella crociera della volta del coro, qui come in molte altre chiese templari, si ritrova un bassorilievo con l’Agnus Dei. Di raro pregio anche gli affreschi: l’Arcangelo Gabriele annunciante, vasi con fiordalisi e San Giorgio che uccide il drago. Nella lunetta interna del portale un altro esempio di iconografia cavalleresca: ai piedi della vegine stanno due personaggi rappresentati nei due aspetti della vita dell’ordine, quella militare e quella monacale; la critica è però propensa a datare gli affreschi al XIV secolo, quindi quelli rappresentati sarebbero Giovanniti e non Templari.

Secondo una fiorente letteratura, soprattutto francese, i Templari avrebbero finanziato le grandi cattedrali gotiche, in cui avrebbero inserito i loro simboli e loro insegne: è una affermazione del tutto falsa, non solo perché priva di ogni sostegno documentario, ma in netto contrasto con la filosofia dell’ordine che, eccettuate le precettorie di rappresentanza, per i propri edifici non investiva alcuna mole imponente di denaro, non dava nessuna magnificenza alle chiese nè con opere scultoree nè con quelle pittoriche. Semplicità e rigore nella regola come nelle opere contraddistinguevano l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, tutto orientato in funzione di una religiosità vissuta intimamente e priva di ogni riferimento alle tanto decantate cerimonie iniziatiche tirate in ballo dagli pseudo-studiosi templari.